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Covid 19: riflessioni e strategie dei ragazzi.

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COVID 19: riflessioni e strategie dei ragazzi.

Come sempre il confronto con i ragazzi è molto utile: per loro, spero, per noi senz’altro. Il dialogo è il lavoro di una vita. È un’arte. È un’intuizione. È fare e farsi spazio. Conoscere e conoscersi. Infine è una forma d’amore. Amore per la comprensione e la consapevolezza. Amore per l’umiltà. Amore per l’uomo, per il “diverso”. Una volta un’amica mi disse che noi siamo le relazioni che abbiamo intrecciato e che intrecciamo. Mi colpì molto e pensai che avesse ragione. Infatti ognuno, oltre a sé stesso, ci regala anche la scoperta di una nostra sfumatura.

“Non è stata troppa un’intera vita spesa a confrontarci l’un l’altro su questo mondo dove noi siamo e questo mondo che siamo noi.” (Marguerite Yourcenar)

Apriamo dunque il dialogo con i ragazzi! Dai più piccoli ai più grandi:

- Con questa faccenda è anche aumentato il razzismo in Italia, inutilmente, dato che il primo infetto era codognese , infatti molti insultavano gli orientali…  Alice

- Ora è tutto cambiato. E’ sconvolgente. Tutti con le mascherine (giustamente). Ieri sono andato al supermercato e mi è capitato di vedere uno impazzito. Urlava, lanciava il cibo. Stare in casa troppo porta anche a questo.  Matteo

- Questo momento mi sembra una partita di basket: la partita si gioca in cinque (per squadra), ma se solo uno di questi non gioca, si è in svantaggio. I restanti quattro potranno essere anche i più forti, ma la partita si perde. A me sinceramente non piace perdere.  Mr X

- Chi abita in piccoli appartamenti rischia quasi di impazzire, soprattutto se non si ha letteralmente nulla da fare, per fortuna io ho la play e le video-lezioni… Filippo

- Grazie a questo momento sto rafforzando molti lati del mio carattere, come la pazienza, l’organizzazione mentale e la positività, che inevitabilmente mi portano a una crescita personale che  in una situazione “normale” non avrei notato. Aurora

- Solo quando ti privano della libertà, capisci quanto in realtà tu sia stato libero. Valerio

- Ho imparato che anche con poco si possono passare le giornate, ho imparato a non lamentarmi più per niente e penso che se tutti noi facciamo la nostra parte, ci impegniamo a rispettare le regole, sicuramente i contagiati saranno minori, ma serve il contributo di tutti. Mattia

- Adesso, ogni mattina quando mi sveglio, mi sento spento, con un vuoto all’ interno impossibile da colmare, tutto ciò perché mi mancano i miei “soci”, la mia ragazza… Alessio

- Tante volte ho usato e sentito la parola INSIEME: forse solo ora mi rendo conto di quanto mi manchi essere, pensare, ideare, lavorare, costruire e realizzare insieme. Giovanni

- …volevo parlare di un video, nel quale dei mezzi militari traportano da Bergamo delle vittime poiché non c'era più posto nel cimitero: quel filmato mi ha fatto piangere e da quel giorno ho preso sul serio questa malattia…  Rajvir

- Vorrei finire con una citazione che onestamente non so di chi sia ma mi ha toccato particolarmente: “Ai nostri nonni hanno chiesto di andare in guerra, a noi hanno chiesto di stare a casa”. Lorenzo

- …quando mi vietano di fare qualcosa, non so perché mi viene voglia di fare l’opposto, mi sento come un leone chiuso in una gabbia. Mi chiedo alcune volte perché le persone siano così ignoranti da non restare a casa, in fondo abbiamo un compito molto facile rispetto agli infermieri che combattono contro il virus mettendo a rischio la loro stessa vita per salvare quella di un altro.  Gurtirth

- Essendo creativo, ho sistemato la mia stanza, modificato una macchinina e la mia bicicletta e infine ho sistemato il giardino insieme al mio papà, pensando che l’epidemia finisse presto. Invece mi sbagliavo. Mr Z

- Nelle città al deliquio i morti vengono portati fuori, addirittura in altre regioni, per essere cremati, c’è cosa più umiliante per un corpo se non quella di non poter essere sepolto nella propria terra? Al fianco dei propri cari? Essere privati di ciò che io definisco il ricordo fisico e monumentale? Anthony

-… questi, sino ad oggi, hanno continuato ad uscire in gruppetti di tre o quattro per fare la loro passeggiata. Devono capire che le persone stanno morendo per colpa loro, che il personale sanitario si ritrova a dover scegliere chi vive e chi muore, che la protezione civile è in seria difficoltà perché mancano fondi, che sono tantissimi i volontari in prima linea per affrontare questa battaglia…. La storia ci insegna, però, che senza un senso di unità e fratellanza non si vincono le battaglie.  Adele

- … chiederei il contributo anche del Vaticano, che si sta rivelando letteralmente inutile. Tornando alla situazione attuale, è palese che la semplice persuasione non è affatto utile, poiché le persone, con le misure attualmente in vigore, si ostinano ad uscire di casa come se niente fosse. Ribadisco che, secondo me, l'unico modo per convincere la popolazione a restare in casa, è attuando misure drastiche e pesanti. Luca

- Ritengo doveroso esprimermi riguardo alle limitazioni di spostamento imposte. Oltre ad essere state tardive, a malincuore, sono spesso inefficaci. I cittadini anziani (maggiormente a rischio) dovrebbero tassativamente rimanere nei loro domicili. I giovani, non da meno, si sentono invincibili e scorrazzano liberamente per le strade, ignari del pericolo. Leonardo

- Ma nulla è certo, l’unica cosa che possiamo fare da cittadini consapevoli è stare  a casa, pensando alla salute di tutti e a tutto il personale medico che non può permettersi il lusso di stare comodamente sul divano come noi. Rebecca

- Perciò, a parer mio, è necessaria sì l'informazione e tutte quelle forme persuasive e convincenti per fare in modo che ogni cittadino esegua il proprio dovere, ma c'è anche il bisogno di maggior controllo da parte delle forze dell'ordine e di sanzioni più pesanti per tutte quelle persone che infrangono le regole e il proprio dovere civico. È importante avere rispetto degli altri e di sé stessi, quindi se ci vengono date delle regole temporanee, è essenziale che ognuno le rispetti nel proprio piccolo, anche se questo ci fa vivere in una piccola e breve dittatura (se così si può chiamare) molto più morbida. Claudia

- … avrei agito in modo differente se fossi stata io a dover prendere decisioni per il mio Paese. Innanzitutto, non mi sarei appellata al buon senso della popolazione, ma avrei chiesto sin dal principio aiuto alle forze dell’ordine per mantenere la disciplina e sanzionare chi non avesse rispettato le regole. Non è deludente che le persone “obbediscano” alle decisioni prese dal nostro Stato solo per paura di una punizione? Per me sì, perché questo dimostra quanto siano poco diffuse la responsabilità, la civiltà e il rispetto. Sara

- Ritengo che, tutto sommato, l'Italia sia l'esempio da seguire anche per gli altri stati, dato che sta adottando tutte le misure che adotterei io per riuscire a diffondere e far rispettare le norme, senza lasciare indietro nessuno. Tutte le vite hanno valore, sia quelle dei giovani che quelle degli anziani e non è quindi giusto sacrificare nessuno. Dal mio punto di vista, infine, la diffusione dei messaggi è il principio essenziale per ottenere risultati, ma le forze dell'ordine sono necessarie per mantenere l'ordine nel caos di chi non vuole capire. Giacomo

a cura di Lisa Nicòli.

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