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Percorsi per una memoria attiva. Il primo seminario: colpi di stato 1922-1923

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Martedì 22 novembre nell'aula magna dell'IIS Stradivari si è tenuto il seminario per docenti, aperto a studenti e cittadini, sui colpi di stato di Roma e Monaco (1922-1923). E' il primo appuntamento del percorso del progetto 2022-23 della RETE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CREMONA – SCUOLA CAPOFILA I.I.S. “TORRIANI”-  ESSERE CITTADINI EUROPEI – PERCORSI PER UNA MEMORIA EUROPEA ATTIVA.

Il relatore prof. GUSTAVO CORNI, già professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Trento, ha parlato a una platea non solo di docenti: c'erano molti giovani studenti e questo fa ben sperare, come sottolineato dall'assessore alla cultura Luca Burgazzi, dalla direttrice scientifica del progetto Ilde Bottoli e da Tiziano Zanisi dell'associazione nazionale divisione Acqui (nel 2023 ricorre l'ottantesimo anniversario della strage di Cefalonia).

 

Il discorso di Corni è partito dalle eredità della prima guerra mondiale:  la visione di una rivoluzione mondiale (Lenin), concretizzata nella Russia bolscevica e il messaggio wilsoniano dell’”autodeterminazione delle nazioni”. Ma il sogno democratico di Wilson si è spezzato per molteplici cause. "La repubblica di Weimar nasce in modo casuale e accidentale, - spiega Corni -ma tra tante crisi resiste 14 anni grazie a una collaborazione tra cattolici e socialisti che si era consolidata nel parlamentarismo a suffragio universale maschile. Resiste alla invasione della Ruhr da parte della Francia e ai conseguenti otto mesi di resistenza passiva della società civile, con uno sciopero generale; resiste nell'autunno del 23 quando la Germania attraversa un peridodo di iperinflazione, resiste dopo il putsch; nel 28 il partito di Hitler era ancora poca cosa; dopo le ripercussioni della crisi del 29 però la svolta è inarrestabile.

Se il putsch di Monaco è questione della Baviera, la marcia su Roma è subito questione nazionale in un contesto ben diverso: in italia socialisti e cattolici non collaborano, i vecchi liberali sono una classe dirigente che ha perso il polso della situazione e che crede di poter manovrare Mussolini; reducismo, irredentismo, fascismo agrario appoggiano le squadre fasciste. "Nessuno sa cosa sia successo nella notte tra il 28 e il 29 ottobre del 1922. - racconta Corni - Il re sembrava propenso a firmare lo stato d'emergenza, ma poi cambia idea. Mussolini riceve l'incarico in un quadro istituzionale: lo statuto albertino, le prerogative della monarchia. Si serve della legge - le leggi fascistissime - per costruire la dittatura".

Dal pubblico domande di approfondimento e l'auspicio che la Storia studiata a scuola sia sempre un dialogo serio e critico, non condizionato.

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