Progetto Esto
LA PAROLA AI RAGAZZI
Ho trovato interessante come Ernesto Rossi vedesse in una Europa unita la soluzione alla
stagione dei totalitarismi e dei conflitti che hanno lacerato il nostro continente nella prima
metà del XX secolo, e come oggi la riuscita di questo progetto di unità europea, a distanza
di anni dalla sua fondazione, porti pace e azzeri il rischio di guerre e di possibili dittature
negli stati membri. Mi è piaciuto il riferimento iniziale alla libertà, quella con la “L”
maiuscola, che è la condizione necessaria affinchè ciascun individuo possa realizzarsi
compiutamente. Interessante inoltre anche quando si afferma che la completezza del
progetto arriverà quando tutti gli stati del mondo saranno legati da un rapporto di unione e
fratellanza tra uno e l'altro. Le parole di Ernesto, il suo credo politico, straordinaria eredità
per noi, ci invitano a credere e ad adoperarci perchè questo si possa realizzare. (Luca B.)
Secondo me il film è stato interessante, mi é piaciuto il taglio documentaristico dato.
La tematica a mio parere più interessante è il legame tra l'idea politica di Ernesto Rossi e i
suoi burattini, capaci con leggerezza e ironia di portare i valori della giustizia e della
libertà di pensiero (Fagiolino docet!)
La parte del film che mi é rimasta più impressa é quella dove viene mostrato il vassoio
decorato, soprattutto i particolari attraverso i quali vengono ricordati gli altri confinati
politici di Ventotene. Ad Ernesto Rossi sicuramente non mancavano arguzia e senso della
satira! (Luca R.)
Ho trovato interessante la visione del film, poiché riguarda una tematica che non era mai
stata approfondita a fondo e che ritengo sia importante da conoscere, perché riguarda un
pezzo di storia della nostra Europa. È stato molto interessante conoscere la figura di
Ernesto Rossi, anche negli aspetti piú privati della sua vita. Mi ha coinvolto
particolarmente il racconto della sua permanenza all'interno del carcere di Ventotene, lo
scambio di idee con gli altri detenuti, lo spessore delle loro riflessioni accompagnato
dall’accettazione di quanto dovevano sopportare pur di non piegarsi al pensiero fascista.
Ho apprezzato anche il linguaggio usato, parole adatte a noi ragazzi, a un pubblico di
quinta superiore. Mi sono rivisto in quei giovani provenienti da tutta l’Europa che ogni
anno si recano sull’isola alla scoperta di questa pagina di storia che è anche la nostra.
(Sebastiano)
Il docufilm mi ha colpito molto perché ha saputo trasmettere il senso dell’ironia che
Ernesto Rossi voleva condividere col mondo, nonostante la sua vicenda umana lo avesse
messo di fronte all’esperienza del confino per non aver chinato la testa, per non essersi
piegato al fascismo. Ammiro la determinazione di persone coraggiose che si sono battute
fino in fondo per un'idea che andava contro i totalitarismi, senza avere mai dei
ripensamenti. Di sicuro grazie al loro gesto oggi abbiamo le libertà di cui godiamo e che
spesso diamo per scontate.
Vorrei che venisse diffuso a un pubblico sempre più vasto, sarebbe un’ottima idea, perché
così si conoscerebbero più ampiamente il Manifesto e i suoi redattori, che possiamo a buon
diritto annoverare tra i padri dell’Europa. (Loredana)
Nel documentario “Le parole di Ventotene” la questione storica è stata trattata con
delicatezza e in una chiave innovativa, ho trovato molto stimolante l'interpretazione del
Manifesto dagli occhi del diretto interessato Ernesto Rossi, il quale come voce narrante, ha
raccontato la vicenda attraverso l'ironia e la leggerezza dei burattini. Ho apprezzato molto
anche la corrispondenza tra libertà e natura che vediamo protagonista in molte riprese. Il
regista ha saputo trasmettere una parte di storia importante per il nostro Paese con una
visione diversa dalla storia raccontata abitualmente, avvicinandosi così alla generazione di
giovani che riusciranno a fare proprie queste idee e questi pensieri stimolanti. (Greta)
Ho trovato la visione del film molto interessante, personalmente non la reputo una
tematica semplice da trattare, e aver letto prima il Manifesto mi ha aiutata particolarmente
nella comprensione del film. Erano argomenti nuovi di cui non avevo mai sentito parlare e
partecipare a questo progetto mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze su parte della
storia che mi ha preceduto. Uno scenario che mi ha particolarmente particolarmente
colpito è stata la passione di Ernesto Rossi per il teatro dei burattini.” (Maria Vittoria)
Il film é stato per me un'opportunità per approfondire quanto già affrontato in classe, le
immagini hanno saputo dare vita alle parole, e il Manifesto di Ventotene redatto nel 1941
(sono passati ottant’anni!), mi è sembrato di straordinaria attualità. Una attualità
sottolineata anche dalla triste coincidenza della scomparsa di David Sassoli, Presidente del
Parlamento Europeo, che il Manifesto lo citava spesso, consapevole che in quelle parole,
in quelle righe, stava prendendo forma un grande progetto di libertà, di fratellanza e di
solidarietà. (Edoardo)
La poesia: un manufatto, una passione, una musica, un rifugio dalla realtà, una
dimensione nella quale troviamo risposte, basta saperle ascoltare.
E’ capace di esprimere i sentimenti, gli stati d’animo, di dare forma
all’entusiasmo e alla fragilità che ci contraddistinguono. Così è possibile
descrivere il testo poetico, che di certo è ben più di una semplice composizione
verbale in versi. È un’arte, che richiede cura e attenzioni, è l’espressione
materiale di ciò che vi è all’interno di tutti noi. Complicato descrivere la poesia,
complicato dare vita ad un sentimento, concretizzarlo, suscitare emozioni;
eppure non è proprio questo il compito del poeta? Affascinante, seppur talvolta
complesso.
Verso libero, breve, ritmo scandito. Ogni parola, ogni spazio vuoto, ogni segno
detengono la propria dimensione e forza comunicativa. Lavoro frutto di notti
insonni, delle più belle, nelle quali ci si lascia trasportare dall’emozione, nella
quale si concretizza l’attimo, l’intuizione che poco dopo sarebbe scomparsa.
L’attimo dopo è per ognuno
il cercare incessante di ricordare
se sia mai esistito un tempo in cui
tutto fosse stato – casualmente –
intatto. (Dell’attimo – quello prima)
Con queste suggestioni la Prof.ssa Luisa Trimarchi ha accompagnato noi alunni
della classe 2^A chimici alla scoperta della poesia, della sua poesia. Abbiamo
partecipato con entusiasmo ad un incontro che ci ha dato la possibilità di toccare
con mano ciò che tutti i giorni studiamo sui libri e che ci sembra così distante; è
stato un contatto diretto con una materia che necessita di essere ascoltata e,
solo se si è pronti ad accoglierla, la si può comprendere al meglio.
Scrive Luisa :
Resta la parola
che per quanto
bella – come amore –
fatica a giungere
dove deve – vivere
come vuole e risuonare... (Delle parole)
Una passione per la professoressa Trimarchi, che ci ha guidato nella lettura di
alcune sue poesie tratte dalla silloge “Versi della dimenticanza”; ha descritto
questa raccolta come un itinerario, il progetto di un lungo percorso che raccoglie
scorci di vita, attimi inattesi a cui è stata data un’espressione materiale e più
volte una rielaborazione. “Io sono le mie parole e più scrivo e più sono invogliata
a proseguire con la stesura di ulteriori opere”. Con queste parole ci ha
dimostrato che la poesia può essere il linguaggio attraverso il quale riusciamo
ad esprimere chi siamo.
Così com’è l’arte è la poesia; non vi è una reale tecnica per la sua stesura, è
qualcosa di profondo che a volte pare quasi già celarsi tra le pagine di un libro
bianco, solamente in attesa di un istante di silenzio, di tranquillità nella quale
qualcuno giunga a darvi espressione, forma, colore e dimensione.
Questo incontro è stato un invito a cercare dentro di noi un momento, un
ricordo, una riflessione, un’emozione da esprimere, magari in versi...
Grazie Luisa!
Dora Agnelli (classe 2A CHI)
Splendi come vita fa quello che fa la letteratura alla sua massima potenza: ridà vita a ciò che non c'è più, illuminando di riflesso la vita del lettore. Ma lasciamo che a parlarne sia l'autrice.
«Splendi come vita è una lettera d’amore alla madre adottiva. È il racconto di una incolpevole caduta nel Disamore, dunque di una cacciata, di un paradiso perduto. Non è la storia di un disamore, ma la storia di una perdita. Chi scrive è una bambina adottata, che ama immensamente la propria madre. Poi c’è una ferita primaria e la madre non crede più all’amore della figlia. Frattura su frattura, equivoco su equivoco, si arriva a una distanza siderale fra le due, a un quotidiano dolore, a un quotidiano rifiuto, fino alla catarsi delle ultime pagine. Chi scrive rivede oggi la madre con gli occhi di una donna adulta, non più solo come la propria madre, ma come una donna a sua volta adulta, con la sua storia e i suoi propri dolori e gioie. Quando si smette di vedere la propria madre esclusivamente come la propria madre, la si può finalmente “vedere” come essere separato, autonomo e, per ciò, tanto più amabile».
Maria Grazia Calandrone
Ecco il sito creato da 3alsa intorno al libro
Riflessioni sulla mafia dalla 2AELE e dalla 5BLSA.
Ritieni sia possibile combattere le mafie, l’illegalità e le situazioni di opacità oppure pensi che siano realtà incontrastabili? Se sì, come?
a) Dalla 2AELE:
◇ Io penso che sia possibile combattere le mafie, l’illegalità e le situazioni di opacità perché io credo nel cambiamento, nel perdono e nel pentimento.
Le mafie, l’illegalità e le situazioni di opacità sono diffuse in tutto il mondo e ormai da tanto tempo in forme diverse e per questo sono difficili da combattere ma non sono incontrastabili.
Tante persone hanno sacrificato la loro vita per combattere e per vincere questo mostro dai mille tentacoli che nella vita di ogni giorno uccide e spaventa persone innocenti.
Noi dobbiamo imparare e prendere spunto da Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Padre Pino Puglisi, grandi uomini che si sono sacrificati per il bene della collettività; dobbiamo cercare di applicare i loro insegnamenti nella vita quotidiana per non farci inghiottire nelle fauci del mostro.
Combattendo le mafie, l’illegalità e le situazioni di opacità si può andare contro ai propri interessi, alcune volte si può anche rischiare la vita; è molto più facile farsi i fatti propri e fregarsene di ciò che avviene intorno a noi.
La vita di chi combatte contro questo mostro è molto difficile perché sacrifica le proprie energie, le proprie idee e alcune volte anche la propria vita a favore del benessere della collettività.
Molte persone non si accorgono che le mafie, l’illegalità e le situazioni di opacità esistono, che sono presenti nella vita di ogni giorno e quindi vivono spensieratamente senza fare nulla per liberarsi dai tentacoli delle mafie.
Ci sono altre persone che invece hanno paura di questo mostro e quindi si tirano indietro oppure si alleano con il mostro per essere protetti.
Noi non dobbiamo aver paura ma bensì avere tanto coraggio e tanta speranza; tutti insieme, se uniti, possiamo vincere una volta per tutte le mafie e l’illegalità della vita quotidiana.
Leggendo un libro che si chiama “Per questo mi chiamo Giovanni” ho imparato che quando si parla di mafia non si parla di una cosa astratta ma bensì di una cosa reale, che vive nelle nostre vie, nelle nostre città ed è pronta ad avvolgerci con i suoi lunghi tentacoli.
Dal libro ho imparato che la mafia è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi.
Una frase di Giovanni Falcone che mi ha colpito molto è che la “mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”; questa battaglia non si può vincere da soli, con atti di eroismo, ma dobbiamo impiegare tutte le forze migliori delle istituzioni.
Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini.
◇ A parer mio è possibile combattere le mafie, l’illegalità e le situazioni di opacità, ma come? In Italia e nel Mondo sono anni e anni che si cerca di combattere queste organizzazioni, ma con scarsi risultati. Spesso sono protette dalle forze dell’ordine e dai politici, aiutate anche dai subenti che, per paura delle conseguenze di una denuncia, stanno zitti, non dicono niente, e fanno finta di non aver visto niente; grazie a questo le mafie sopravvivono.
Combattere la mafia è possibile, ma prima si deve lavorare sulle basi, stare tra la gente comune, i subenti, si deve in qualche modo convincerli che come stanno loro non è vita, non si sta bene chinando il capo e non dicendo niente, non si sta bene soprattutto con noi stessi, con la nostra coscienza. Un altro modo potrebbe essere una campagna di legalità tra i bambini, gli adolescenti, nelle scuole, soprattutto tra i bambini, perché se cambiano i bambini, il Mondo cambia. Dopodiché passare ai piani alti, indagare sui politici, sulle forze dell’ordine, quando i conti non tornano; con ciò non voglio dire che tutti i politici e tutte le forze dell’ordine siano corrotti.
Ma si potrebbe dire: se qualcuno parla, confessa, la mafia lo ammazza; no, ciò non accadrebbe, c’è il programma protezione testimoni, e se a essere contro la mafia non fosse una sola persona, ma un intero Paese, la mafia non potrebbe nulla. Sono argomenti troppo crudi per bambini ed adolescenti: per certi versi è vero, tuttavia influenza molto il modo con cui lo comunichi, altrimenti vogliamo aspettare che quel bambino diventi un simpatizzante mafioso? Prima facciamo capire cosa è sbagliato, prima l’illegalità si estinguerà!
Così come faceva Padre Pino Puglisi, partiva dai bambini, li invitava a giocare nel suo oratorio anziché farli stare in strada, anche con questo lui combatteva la mafia, per questo fu ucciso.
Ricordiamo inoltre i due giudici uccisi perché combattenti contro la mafia, Falcone e Borsellino.
Ribadisco il fatto che è possibile combattere le mafie partendo dalla gente comune, convincendola a stare unita contro un male comune e a pensare meno ai soldi e al benessere personale, ma a considerare cosa è davvero giusto e sbagliato, ma soprattutto a eliminare l’omertà.
◇ Innanzitutto, volevo specificare il termine “mafia”: è una parola diffusa che tutti conoscono ma ne ignorano il significato. La mafia è un’organizzazione criminale suddivisa in delle associazioni che svolgono diverse attività illegali. Secondo me, è possibile combattere le mafie (i suoi vari tipi), l’illegalità e le situazioni di opacità perchè nel corso del tempo ci sono state diverse persone che ce l’hanno fatta. Ad esempio, ricordiamo Don Pino Puglisi, Giovanni Falcone oppure persone più vicine a noi, come Giuseppe Cassata e Antonio Prattella, i quali vanno nelle scuole a “tramandare” le storie anche di personaggi ormai dimenticati. Combattere la mafia è rischioso, costringe le persone a vivere sotto scorta, anche se alcune volte non basta, come nel caso di Giovanni Falcone, e porta a non fidarci di nessuno. Ma se tutte le persone avessero pensato a questo, nessuno si sarebbe permesso di andare contro l’illegalità, ovvero contro quelle azioni che la maggior parte delle persone non considera oppure è costretta a dimenticare. La mafia è un’ingiustizia, se tutti i giovani fossero istruiti, essa perderebbero il proprio potere e territorio, in questo modo si potrebbe vivere in un ambiente più sicuro. Una delle citazioni più belle che mi ricordo è di Paolo Borsellino e dice: “chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Ho letto al riguardo diversi libri, in cui anche una persona poteva far paura a un gruppo di mafiosi, oppure un padre spiegava a suo figlio perché lo avesse chiamato Giovanni. Giovanni Falcone diceva che bisogna combattere queste attività illegali, per noi e per gli altri, sempre a testa alta e parlandone, in modo da far arrivare questo messaggio anche dove le persone meno istruite ignorano il problema. In conclusione, vorrei dire che nella vita incontriamo degli ostacoli, in questo caso la mafia, che non sempre possiamo superare da soli, ma aiutandoci a vicenda il problema diventa molto più piccolo...
b) Dalla 5BLSA:
◇ Gli episodi riguardanti l’illegalità, in particolare la Mafia e la criminalità organizzata, sono fatti che interessano da parecchi decenni il nostro paese, che purtroppo si è ritrovato a viverli in prima persona. La Mafia e l’illegalità sono due concetti che si legano fra loro, la prima è una branca della seconda, ed è la parte peggiore perché coinvolge molti civili e personalità di spicco e soprattutto dietro ad ogni attentato vi è sempre una lunga preparazione e una meticolosa organizzazione. Nel mio percorso scolastico ho partecipato a diverse iniziative, progetti, e ho svolto attività riguardanti questo “mondo” e mi hanno sempre interessato perché mettono bene in chiaro le cose e informano. Abbiamo visto molti volti noti di coloro che hanno combattuto contro la Mafia, quello che mi ha interessato di più è stato Don Pino Puglisi. Con la sua morte Don Pino lasciò un vuoto immenso nei ragazzi, infatti aveva anche una “carriera” da insegnante in numerose scuole siciliane, dove, secondo me riusciva a trasmettere lezioni di vita oltre che lezioni scolastiche: è noto che Don Pino Puglisi puntasse molto sulla gioventù e che provasse a trasmettere ai suoi studenti l’idea che la mafia non fosse la normalità, che invece fosse un grande problema che grava sulla società. Era una persona molto determinata e coraggiosa, ed è questo che fa paura alla mafia, gli uomini e le donne che hanno del potenziale per cambiare le cose, che si mettono in gioco e fanno tutto il possibile affinché ci siano dei risultati concreti. Dalla vita di Don Pino Puglisi possiamo estrapolare tutti i valori e gli attributi necessari al fronteggiamento di questo problema. La Mafia gioca con le vite e con le minacce, ma reagisce in questo modo quando ci sono persone come Don Pino, cioè quando si sente minacciata: questo ci fa capire che non è imbattibile. Altra cosa importante è trasmettere ai giovani, raccontare e parlare di questi personaggi, affinché anche noi possiamo trovare la motivazione ad agire e metterci in gioco per dare il nostro contributo. Al contrario, il silenzio e l’omertà porteranno le generazioni future ad essere estranee a questi fenomeni, e ciò è sbagliato; anche se in futuro la Mafia venisse sconfitta, non bisognerebbe semplicemente dimenticarsene, ma invece lasciare delle testimonianze, per far capire anche la grandezza dell’impresa e continuare a commemorare le persone che hanno contribuito. L’informazione, la consapevolezza e il lavoro di squadra: sono queste tre le parole dalle quali partire per affrontare questo grande problema; so che dalle parole ai fatti è un grande passo, soprattutto in questo caso, ma credo sia l’unica scelta ragionevole e pacifica che si possa attuare. Da quello che ho scritto sono quindi certo che la Mafia si possa sconfiggere, non facilmente purtroppo, ma ci si può riuscire nel tempo; anche noi giovani che ascoltiamo, elaboriamo e scriviamo, come sto facendo io, stiamo dando un piccolo contributo.
◇ Temi come la mafia, l'illegalità e l'omertà mi hanno sempre coinvolta emotivamente e spinta verso la loro conoscenza nel modo più approfondito possibile.
Oggi, prima di rispondere alla domanda personale se è possibile combattere queste forme di ingiustizia e darne una mia interpretazione, vorrei ricordare due grandi esempi di uomini con la “u” maiuscola che hanno lottato con la loro vita cercando di salvare quante più persone possibili dalle associazioni criminali.
In primis, Don Pini Puglisi: diventa parroco a Godrano, un paesino interessato da una lotta tra due famiglie mafiose, dove riesce a far riconciliare i due casati. Successivamente, nominato parroco a Brancaccio (quartiere comandato dalla Mafia dei fratelli Graviano legati ai Bagarella), inizia la sua lotta contro la mafia cercando di liberare dalla malavita i bambini che vivono in strada proponendo loro giornate all'insegna di attività e giochi e facendo capire loro che c'era una possibilità alternativa alla vita criminale perché ognuno può, e deve, essere rispettato. Don Pino Puglisi non si è mai nascosto, non ha mai chiesto protezione alle forze dell'ordine, anzi, parlava direttamente alla mafia; tant'è che nelle sue omelie si rivolgeva spesso ai mafiosi, i quali erano ben consapevoli che per loro la voce del parroco sarebbe stata un problema in quanto toglieva giovani alla criminalità organizzata e così, dopo una serie di minacce, il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno lo uccisero con più colpi alla nuca.
Ho voluto riportare in breve la storia di Don Puglisi perchè è stato fonte per molte famiglie di ispirazione per la lotta per la libertà. Ha raccolto dalla strada giovani, bambini, donne e ha mostrato loro un mondo in cui, alzando la testa davanti alle ingiustizie, si può vivere senza paura. Non ha lottato invano, la sua missione si stava già diffondendo ancor prima della sua morte e poi, dopo l'omicidio, nei giovani è scattata la voglia di portare avanti ciò che da lui era stato iniziato.
Ancora una volta, la morte non ha segnato una fine, ma un nuovo inizio.
Porto dentro al cuore anche la storia di Angelo Vassallo, un uomo dal lavoro umile, come quello di un pescatore, che gli serviva per mantenere la sua famiglia.
Il percorso di Angelo è iniziato quando, durante un’uscita con il suo peschereccio, ha visto i tanti rifiuti e le sostanze chimiche rovinare il mare e il luogo in cui è nato. Dopo questo evento ha cercato di intraprendere la sua “avventura” verso la legalità. Da quel momento provò a cambiare la situazione candidandosi come sindaco di Pollica. Venne eletto per quattro volte consecutive, lottò ogni minuto della sua vita per riportare le acque della sua città a risplendere. Un piccolo grande sogno realizzato per il suo paese è l'aver ottenuto le cinque vele di legambiente. Un segno indelebile che ha lasciato Angelo a Pollica è che tuttora i pescatori di questo comune si occupano della raccolta dei rifiuti nel mare e del loro riciclo. Qualche mese dopo la sua ultima elezione, però, venne assassinato. Mi fa sempre un certo effetto ripercorrere la vita del Sindaco Pescatore perchè ho avuto la fortuna di poter partecipare ad una conferenza del fratello Dario Vassallo, che ora si sta facendo portavoce della "missione". La cosa che maggiormente mi ha colpito di Angelo è che ha sempre lottato dando per primo lui l'esempio; non era un uomo di tante parole, ma di tanti fatti e per cambiare davvero le cose è questo quello di cui c'è bisogno.
Chiudendo voglio dire che per me sì, si può sconfiggere la mafia e l'illegalità ma bisogna stare attenti e sfatare lo stereotipo di mafia come l'organizzazione criminale siciliana; la mafia nel 2021, purtroppo, esiste ancora e, spesso, è più vicino a noi di quanto crediamo. A mio avviso il mezzo più
efficace per annientare le organizzazioni di tipo criminale è l'informazione, preziosissime sono le testimonianze di parenti o amici di persone che hanno lotatto prima di noi per non chinare il capo davanti all'ingiustizia.
"Libera", associazione che da anni lotta contro la mafia, ogni anno il 21 Marzo celebra la "Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie", da cinque anni prendo orgogliosamente a cuore questa iniziativa e, nel mio piccolo, attraverso la scuola, cerco di dare un supporto alla manifestazione facendo sentire che io ci sono. Ogni anno si sceglie una meta diversa in cui andare a far sentire la voce degli studenti, cercando così di arrivare a più persone possibili e mi piace pensare che ogni anno qualche persona, in qualche parte d'Italia, ha "preso" coraggio per alzare la testa e cambiare vita, per una vita senza paura.
Manifestazioni di questo tipo servono anche per ricordare, non bisogna lasciare vano il lavoro di chi per noi, per farci vivere in un mondo migliore, ha lottato, con la propria vita.
◇ Il termine “mafia”, ormai conosciuto al mondo in tutte le sue mille sfaccettature, sembrerebbe comparire per la prima volta in una lettera del 1861, inviata dal generale palermitano Alessandro Della Rovere al conte genovese Giovanni Thaon di Revel. Due anni dopo, grazie all’opera teatrale “I mafiusi di Vicaria”, la parola entra a far parte del linguaggio comune nel Sud Italia, mentre nel 1869 viene registrata nel vocabolario siciliano con il significato di “baldanza, braveria, spocchia”. La vera etimologia del termine rimane ancora sconosciuta; alcuni studiosi credono derivi dall'arabo “maha fat” che significa “immunità, protezione” oppure da “afiah”, cioè “forza”, altri ancora riscontrano somiglianze con parole latine o francesi. L’unica cosa a noi chiara è la sua origine, legata ad una semplice pianta di limoni. Ci troviamo nella fertile Sicilia ottocentesca ricca di agrumi, richiestissimi dalla marina inglese per combattere lo scorbuto, una malattia legata alla mancanza di vitamina C. Questa preziosa risorsa attira immediatamente una schiera di malviventi che iniziano a danneggiare le piante, costringendo i proprietari ad assumerli come guardiani e creando un bisogno di sicurezza a cui loro stessi rispondono. In seguito a questo evento, prosegue la diffusione di nuovi e numerosi gruppi familiari che si occupano di garantire la loro protezione in cambio di denaro, dando origine ai clan mafiosi più conosciuti al giorno d’oggi.
Purtroppo il fenomeno della criminalità organizzata non è più un caso isolato, limitato al Sud Italia, ma è ormai diffusissimo anche nel resto della penisola e in tutto il mondo. Io credo che queste specifiche associazioni criminali possano essere sconfitte solamente attraverso una dura lotta, sostenuta da un enorme gruppo di persone, unite ed intenzionate anche a rischiare la propria vita per tutelare le vittime della mafia. Questo cammino è sicuramente arduo e pieno di insidie ma, sommando gli aiuti che le singole persone possono fornire, sono convinta che in un futuro prossimo il problema verrà arginato, o addirittura sconfitto.
Il primo passo per combattere la criminalità organizzata consiste nell’essere a conoscenza della sua spietatezza, del suo modo di agire, dei suoi principali obiettivi. Per quanto riguarda la mia esperienza personale, penso che il modo migliore per entrare nel mondo della lotta per la legalità sia informarsi leggendo libri e articoli, ascoltando testimonianze oppure guardando documentari e film. Negli ultimi due anni, grazie anche al percorso intrapreso a scuola con la professoressa di diritto, mi sono appassionata molto all’argomento e, oltre ai libri letti e alle conferenze a cui abbiamo partecipato, mi piacerebbe approfondire visitando i luoghi in cui le mafie hanno mietuto più vittime.
Il secondo step sta nel fornire sostegno alle associazioni che si occupano di contrastare la criminalità, come ad esempio "Libera", fondata nel 1995 da Don Luigi Ciotti, diffondendo il loro operato e sostenendole tramite donazioni. Inoltre trovo che dedicare un’intera giornata al ricordo di tutte le vittime della mafia (21 marzo) sia davvero importante per spingere il popolo italiano a trovare una soluzione, a denunciare, a portare allo scoperto la brutalità della criminalità organizzata e soprattutto a rendere giustizia agli innocenti.
Infine il punto focale dello scontro per la giustizia consiste nella protesta attiva, nello scendere in piazza e urlare che questa situazione è completamente sbagliata, che i soprusi non devono essere oscurati dall’omertà ma portati alla luce, esposti agli occhi di tutti. La lotta giusta deve essere come una sorta di Rivoluzione che permetta alle persone di farsi coraggio a vicenda per denunciare con un sorriso, come ci insegna Don Pino Puglisi persino in punto di morte, tutte le ingiustizie subite e smascherare la condizione di disagio e paura che purtroppo molti stanno ancora attraversando.
La 2AELE scrive poesie
sulla mafia...
◇M-a-f-i-a
cinque lettere
paura
non si può scappare
rumore silenzioso
l'unione fa la forza
i sacrifici non
sono stati
VANI
◇Il silenzio è mafia.
◇Rosa nera che maleodora
Tanfo di fogna
Crepa nel sonno
Lacrima di toro
◇VERITÀ.
Verità
Omertà
Silenzio
Falsità
Tutto ciò che ci circonda è mafia
◇Alla fine la
Libertà è
riuscire a dire
BASTA
◇La mafia.
Uomini che uccidono,
Uomini che tolgono ogni cosa,
Persone cattive;
Noi siamo forti,
Se la mafia vogliamo distruggere,
uniti dobbiamo restare.
◇La mafia è come un tumore,
finché è allo stadio iniziale
lo si può curare,
ma con il passare del tempo
il danno è fatto...
◇La mafia non è invincibile,
si nutre delle nostre paure omertose,
senza di esse lei non ha alcun valore.
La mafia è lì, dietro l'angolo,
i suoi tentacoli la nostra libertà infrangono.
Se non facciamo niente
tutto controllerà,
ma se uniti rimarremo
con le armi della speranza
potremo spianare la strada
e il sole luminoso della legalità
nel cielo a brillare tornerà.
◇Caro mafioso,
non rispetti i miei usi
e costumi,
mi tocca sottostare
ai tuoi soprusi,
mi chiedi l'impossibile
per rendere possibile
l'improbabile.
Caro mafioso,
nel modo in cui
cerchi soldi
cascano solo
stolti senza cultura.
Cara società,
uniamoci tutti
per sconfiggere la mafia:
fanno male a chi è solo,
o quando si è afflitti,
se lavoriamo come
una squadra,
potremo fermarli.
◇Gli occhi dei buoni piangono
Quelli dei cattivi ridono,
Un paese che lotta senza successo
Per coloro che danno la vita per questa disgrazia,
Un paese in silenzio,
Una regione in silenzio,
Sotto questo assedio...
Un giorno verrà fatta luce e giustizia,
Quando verrà non si sa,
Ma speriamo al più presto...
◇Paura, pericolosa,
Nulla si può avere se sei vittima,
Siamo Uomini liberi,
Uomini senza potere,
Ma con uno spirito dentro invincibile.
◇La mafia arriva,
subito si dimostra cattiva,
lei
impartisce
impaurisce
ferisce
e colpisce.
Se non facciamo niente
ogni giorno morirà un innocente,
loro
controlleranno tutto,
ma soprattutto
se dimenticheremo coloro che hanno lottato
tutto questo lavoro sarà sprecato.
Sono solo delle persone
che si nutrono delle nostre paure.
◇La mafia giura
La magia scommette
Dice che la cultura non c’è
La mafia accusa i suoi morti
◇Le parole uccidono più delle azioni,
ma le errate azioni portano alla morte.
◇Mafia
Si nascondono nell'ombra
Paura
Non si può scappare
Rumore silenzioso
L'unione fa la forza?
I sacrifici non
sono stati
Vani
◇IL MOSTRO
Avanza,
fa un passo, poi un altro
poi un altro ancora.
Tutto copre,
tutto rovina…
Un mostro
che amico vuol sembrare
ma le ali al mondo taglia.
Non facciamoci ingannare!
Sembra Invincibile il mostro
ma ecco che la speranza e il potere dell'amore
risolvono la situazione e
annientano il mostro.
◇La mafia non ha terreno,
è come un'erbaccia velenosa,
pericolosa.
Devi arrivare alla sua radice
per estirparla.
E non vuoi assecondarla.
◇Si insinua
silenziosa e oscura
incutendo nella gente
ansia e paura.
Sopravvive e si nutre
di omertà e debolezza
togliendo a chi la incontra
ogni certezza.
Troppo male é stato fatto
troppo sangue é stato versato.
Proprio per questo
non possiamo restare indifferenti
ma dobbiamo lottare
e stringere i denti.
Rompiamo il silenzio,
uniamoci in coro
e lottiamo per la libertà
solo così la mafia non vincerà.