
Il ciclo di iniziative promosse dall’Università Cattolica per sensibilizzare contro la violenza di genere ha ospitato l'intervento degli, ormai famosi, atTorriani, il gruppo teatrale del Torriani che, a partire da questo autunno ha ricordato ogni vittima di femminicidio con un rito civile, celebrato ogni volta nell'atrio della scuola alle ore 10,00. Dopo ogni "celebrazione", partecipata liberamente dalle classi e dai docenti dell'Istituto, un fiocco rosso è stato apposto, in memoria della vittima, sullo striscione lato tangenziale. Un simbolo forte che ha attirato l'attenzione di tutta l'opinione pubblica cremonese. L'imbrattamento del manifesto e una scritta offensiva su un muro (Itis femminismo tossico, ndr) non hanno mai fermato la dirigente Simona Piperno, i referenti del teatro proff. Andrea Rossetti, Josita Bassani e Chiara Beccari. Ogni volta si sono confrontati con gli studenti e d'accordo con loro, anche di fronte a questi gesti ostili, hanno deciso di continuare, forti anche del sostegno pubblico della Fondazione Gino Cecchettin.
Gli studenti del Torriani hanno dunque condiviso tutto questo percorso nel convegno del 16 aprile #segnalidiviolenza, promosso dalla Consigliera di Parità della Provincia di Cremona, con il supporto dell’Ufficio di Presidenza e del Comitato Unico di Garanzia (Cug), nell’ambito delle attività di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne.
Alessandro Palumbo, Luca Chillemi, Lorenzo Minuti, Romeo Coppiardi hanno performato in Cattolica il rito civile, senza dare spiegazioni, ma provocando l'effetto sperato, nel silenzio totale della platea. La dirigente Simona Piperno ne ha poi spiegato il senso, il reiterarsi della celebrazione e la determinazione a continuare, nonostante qualcuno evidentemente non condivida. La studentessa Ludovica Tosca ha quindi raccontato l'esperienza del gruppo degli atToriani, la loro consapevolezza e costanza.
Tra gli interventi delle forze dell'ordine la vice comandante della polizia locale Sonia Bernardi ha ringraziato pubblicamente l'IIS Torriani per l'incisività del percorso, che ha avuto un impatto non solo nella scuola, ma in tutta la città.
E' stata un’occasione di confronto aperto, rivolto in particolare agli studenti degli istituti superiori della provincia e alla comunità universitaria, che ha fatto emergere e riconoscere i segnali, spesso silenziosi, che possono precedere episodi di violenza domestica e di genere, attraverso testimonianze concrete offerte dai relatori e dagli stessi studenti.
